sabato 8 settembre 2007

Sono alla ricerca del taccuino perfetto

Sono alla ricerca del taccuino perfetto. E’ difficile prendere appunti quando la forma dello spazio bianco non si adatta alla natura degli appunti. Ancora di più se lo spazio da riempire, quasi uno specchio della mente, non si adatta a ciò che credi possa essere la forma ‘giusta’ delle tue intenzioni espressive.


Letteralmente per ogni tipo di scrittura serve un tipo diverso di sfondo scrivibile. Praticamente per ogni tipo di lavoro pensato e impensato, e a volte impensabile, serve un tipo diverso di formato di carta. Tutto fatto al volo al volo. Per esempio per prendere appunti a lezione serve molto spazio per potere mettere ai margini del foglio le indicazioni bibliografiche mentre nel centro del foglio si intersecano scrittura e collegamenti corsivi e stampatelli sottolineature e cancellature. Quando invece devo fare un intervista per il giornale allora utilizzo quaderni di formato A6, letteralmente dei notes: se sono fortunato riesco a scrivere una risposta su ogni pagina in modo che ogni volta che sfoglio una pagina leggo un passaggio successivo nell’intervista. Di contro quando vado a seguire una qualche conferenza stampa o convegno allora mi serve uno spazio più lungo, letteralmente più lungo. La larghezza sta tra l’A5 e l’A6 ma la lunghezza credo che sia un A5. Inoltre sia nelle interviste che nelle conferenze stampa o convegni ho necessità di avere sul retro del notes una copertina rigida in modo che riesca a scrivere anche se non ho un piano su cui appoggiarmi ad esempio quindi sulle ginocchia. Quando progetto di scrivere qualcosa di inerente la filosofia o comunque un testo che sia quantomeno scientifico allora mi serve senza dubbio un blocchetto di formato A6, o almeno un quasi A6. Ho provato anche a scrivere su un A5 ma spesso la misura dei miei pensieri mi accorgo essere proprio di formato A6, o almeno di un quasi A6.


Sempre però sfugge qualcosa. Un mio corrispondente pittore mi racconta che se voglio continuare a disegnare fiori dovrei spostarmi su formati più grandi. Mi dice che devo abbandonare i centimetri e immergermi nei metri. Davvero difficile, direi. Tutto quello spazio che poi riempito lascia ancora altro spazio. Diventerebbe un fiore interminabile su cui ritornare in continuazione. Forse è per questo che quando devo pensare mi servono dei fogli piccoli: cosicché non rischio di perdermi nel ragionamento e non venirne più fuori, mentre con fogli piccoli a un certo punto sono costretto a girare pagina e buonanotte alle spezzate che restano sul recto o sul verso.


Recto e verso. Spesso sono costretto dalla natura della mia scrittura del momento a utilizzare solo recti oppure solo versi, che poi è la stessa cosa ma detta in due modi diversi o directi. Di contro mi è capitato di scrivere un precipitato di pensieri, precipitandomi dietro a loro non saprei dove, sempre sul verso del foglio e poi definire quello come il verso del foglio quando li ho girati e partendo dall’ultimo ho riassemblato lo stesso precipitato logico ma partendo da premesse del tutto opposte. Ho visto, infine, che il percorso contrario era quello giusto, o che almeno ritenei più opportuno e proprio per questo le facce su cui era scritto divennero il recto. Recto che riuscii a definire solo attraverso il verso; quel primo passo di spostamento della scrittura.


La scrittura crea il taccuino. E che in fondo è proprio la scrittura che crea il mio taccuino. Questo spostarsi da un lato all’altro, lo strappare, il piegare, il ruotare la pagina, cambiare penna e colore, profondità del solco, stampatellare e corsivare.


Con le mie mani. Lo potrei fare con le mie mani. Anche perché non riesco più a trovare quei taccuini che si chiamavano “schizza&strappa”, mi pare, e che hanno rappresentato un periodo importante della mia scrittura: veloce e da strappare, appunto. Davvero sarei felice di ritrovarli. Erano quasi perfetti. Certo dopo un po’ di tempo sono arrivato a tenerli insieme con gli elastici perché i fogli volavano da tutte le parti, ma erano belli anche gli elastici. Colorati al punto giusto. Il punto è che non riuscendo a trovare più quel tipo di notes, ho deciso di fabbricarmi da solo, con le mie mani, il mio taccuino della misura che più mi piace.
Ho preso dei fogli A4 del peso di 80gr. Li ho piegati due volte prima per il lato più lungo e poi per quello più corto. Poi ho preso il mio tagliacarte con la testa da pappagallo made in brazil e ho diviso il foglio A4 in quattro foglietti A6. ho proceduto così per tutti i fogli A4 a mia disposizione. Ho raccolto tutti i foglietti A6 in un unico blocchetto. In seguito ho forato i foglietti alle due estremità del lato lungo e li ho messi tutti insieme cercando di far combaciare il più possibile i fori dei 100 foglietti A6. Sono uscito di casa a comprare dello spago e l’ho fatto passare attraverso i buchi e poi ho fatto un nodo sul retro dei foglietti lateralmente. Sempre su quello che ho scelto essere il retro ho inserito una sottilissima tavoletta di legno: abbastanza resistente per fornire un piano rigido e conforto alla scrittura, ma non troppo pesante e ingombrante da essere poco gestibile nelle tasche delle mie giacche e in estate dei miei pantaloni. Oltre-tutto utilizzando la matita potrei usare il piano di legno con un solo foglio, ottenendo un rendimento maggiore dalle matite e non rischiando di danneggiare la carta come potrebbe accadere con le penne. “Sarà davvero perfetto il mio nuovo taccuino perfetto fatto con le mie mani.” Questa convinzione è durata il tempo della pronuncia della parola, ma è “stato bello lo stesso.”
Eppure alla fine, per dirla tutta e in breve, ancora:
Sono alla ricerca del taccuino perfetto. Sono alla ricerca del taccuino perfetto. Sono alla ricerca del taccuino perfetto. Sono alla ricerca del taccuino perfetto. Sono alla ricerca del taccuino perfetto. Sono alla ricerca del taccuino perfetto. Sono alla ricerca del taccuino perfetto. Sono alla ricerca del taccuino perfetto. Sono alla ricerca del taccuino perfetto. Sono alla ricerca del taccuino perfetto. Sono alla ricerca del taccuino perfetto. Sono alla ricerca del taccuino perfetto. Sono alla ricerca del taccuino perfetto. Sono alla ricerca del taccuino perfetto. Sono alla ricerca del taccuino perfetto. Sono alla ricerca del taccuino perfetto. Sono alla ricerca del taccuino perfetto. Sono alla ricerca del taccuino perfetto. Sono alla ricerca del taccuino perfetto. Sono alla ricerca del taccuino perfetto. Sono alla ricerca del taccuino perfetto. Sono alla ricerca del taccuino perfetto. Sono alla ricerca del taccuino perfetto. Sono alla ricerca del taccuino perfetto. 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Ma a parte tutto ciò del dolore non si riesce a dire niente. Non si capisce niente del dolore. Non si sa nulla del dolore.

1 commento:

isabella ha detto...

e quando sembra di riuscirci, e' solo un emorragia.